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Quando parliamo di gestione patrimoniale, parliamo di un regime che consente all’investitore di dare carico della gestione finanziaria del proprio patrimonio.

A chi? Ad un professionista del settore, il cui compito sarà quello di effettuare le giuste scelte d’investimento.

L’ottimizzazione fiscale è uno dei principali vantaggi delle gestioni patrimoniali. Infatti, il calcolo delle imposte viene svolto una volta l’anno in base al risultato netto complessivo della gestione, solamente nel caso che questo sia positivo.

Per capirci, se al 31 dicembre la gestione annuale ha generato un rendimento del 7%, la tassazione verrebbe applicata solamente su questa plusvalenza.

Nel caso si fosse generata una minusvalenza, questa può essere compensata con un credito d’imposta sulle future plusvalenze per i prossimi 4 anni.

Caratteristiche che differenziano in modo significativo il regime fiscale della gestione patrimoniale da quello del regime in amministrato o da quello applicato nel caso di acquisto di singoli titoli.

La tassazione in questi regimi è applicata sulle plusvalenze dei singoli strumenti che fanno parte della gestione al momento della vendita.

Significativo è anche il fatto che non è possibile andare a compensare le minusvalenze. Nel medio termine, il credito d’imposta è in grado di ridurre notevolmente l’impatto fiscale sui rendimenti.

I vantaggi fiscali della Gestione Patrimoniale

Come abbiamo detto in precedenza, se siamo in regime amministrato, l’imposta sulle plusvalenze viene calcolata quando è il momento di realizzare il possibile profitto sui titoli che compongono la gestione.

Questo vale sia se si è in fase di ribilanciamento, quindi la modifica della composizione della gestione con la compravendita di titoli, sia in fase di liquidazione completa del portafoglio d’investimento.

Se siamo in Gestione Patrimoniale, invece, il calcolo dell’imposta viene fatto alla fine di ogni anno sul risultato netto di gestione (in caso di valore positivo).

Facciamo un esempio

Per dare l’idea del grande beneficio fiscale derivato dalla gestione patrimoniale, facciamo un esempio sull’imposizione di un servizio in amministrato con l’imposizione della Gestione Patrimoniale.

Supponiamo anche che il 2018 sia in negativo, l’ultimo periodo in cui i mercati hanno chiuso male l’anno, così da apprezzare maggiormente l’effetto del credito d’imposta.

Prendiamo come esempio, un portafoglio d’investimento bilanciato con una somma complessiva di 100.000€. Come periodo per la nostra analisi prendiamo da inizio 2018 fino a fine 2020, un triennio dopo il quale il portafoglio d’investimento viene liquidato.

Supponiamo che il primo anno d’investimento la performance complessiva del portafoglio sia negativa (-2,81%). I successivi 2 anni, inveve, stimiamo un rendimento positivo e costante, così da valutare qual è l’impatto del credito d’imposta.

Gestione Patrimoniale: L’imposizione fiscale del primo anno è nulla e il risultato di gestione ha generato un credito d’imposta pari a 579,68€. Il credito d’imposta viene poi portato in compensazione l’anno dopo, consentendo così di ridurre l’imposta lorda del 2019 da 663,18€ a 83,50€.

Regime amministrato: Per quanto riguarda il portafoglio d’investimento in regime Amministrato, l’imposta la troviamo nel momento della vendita del portafoglio nel 2020, non si potrà usufruire del credito d’imposta. Da questo esempio si comprende come la compensazione della minusvalenza del primo anno (2018) per la Gestione Patrimoniale avrebbe ridotto l’imposta netta alla fine dell’ultimo anno del 14% circa rispetto al portafoglio in Amministrato.

Gestione Patrimoniale, i benefici fiscali sono notevoli!

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