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Avere una gestione efficiente del proprio portafoglio d’investimento e della fiscalità titoli è molto importante, soprattutto quando bisogna recuperare le minusvalenze da fondi e titoli in scadenza.

Le minusvalenze sono perdite realizzate a seguito della compravendita di investimenti finanziari. Rappresentano un credito fiscale che si può recuperare con la compensazione con successive plusvalenze, nello stesso anno e nei quattro anni successivi.

Infatti, quando si chiude un’operazione finanziaria si possono verificare i seguenti casi:

  • Si vende ad un prezzo più altodi quando si è comprato, realizzando una plusvalenza (capital gain).
  • Si vende ad un prezzo più bassodi quando si è comprato, realizzando una minusvalenza

Il Fisco italiano tassa le plusvalenze applicando un’aliquota del 26%, eccetto per i titoli di stato ed organismi sovranazionali che sono tassati al 12,50%.

Per ricostruire la propria situazione fiscale in banca, basterà recuperare il documento chiamato “posizione fiscale”. È l’elenco di tutte le operazioni in strumenti finanziari e comprende sia le operazioni che hanno generato una plusvalenza sia quelle che hanno creato una minusvalenza.

Ogni volta che guadagni la banca applica direttamente la tassazione, mentre quando si genera una minusvalenza la somma viene accantonata in uno “zainetto fiscale”. Questo si ridurrà o si azzererà con i futuri guadagni.

Quali strumenti finanziari consentono di recuperare minusvalenze da titoli e fondi?

Purtroppo, non tutti i prodotti finanziari consentono di recuperare le minusvalenze.

Il Fisco italiano fa una distinzione tra strumenti finanziari che generano “redditi di capitale” e strumenti che generano “redditi diversi“.

Questa differenza incide notevolmente sulla fiscalità, perché le minusvalenze possono essere prodotte da tutti i prodotti finanziari ma possono essere compensate solo attraverso strumenti che generano “redditi diversi”

I prodotti finanziari che creano “redditi di capitale” sono: gli ETF; i dividendi azionari, le cedole obbligazionarie e i fondi comuni di investimento.

Invece, i prodotti finanziari che generano “redditi diversi” e permettono di recuperare le minusvalenze in scadenza sono: i Certificates; le obbligazioni, le azioni, gli ETC e i Derivati (opzioni e futures).

Facciamo un esempio per comprendere al meglio il tutto.

Possiedo una minusvalenza pari a 2.000 euro. Pochi giorni fa ho venduto:

  • Un fondo comune, guadagnando 5.000 Euro.
  • Un’azione, guadagnando di 3.200 Euro.

Il guadagno ottenuto dalla vendita del fondo comune è un reddito di capitale, quindi ai 5000 Euro va applicata l’aliquota del 26% pari a 1300 Euro, senza colmare la propria minusvalenza.

Al contrario, il guadagno proveniente dalla vendita dell’azione è un reddito diverso. Di conseguenza, prima si compenserà la minusvalenza pregressa e poi si andrà a pagare le tasse sulla differenza, ovvero 1200 Euro (3.200 – 2.000).

Questo ci fa capire quanto sia importante una corretta diversificazione del Portafoglio di investimento e degli strumenti finanziari che lo compongono.

Minusvalenze da titoli e fondi? Come recuperarle prima della scadenza

Come recuperare le minusvalenze da titoli e fondi in scadenza

Oltre alla vendita di titoli in guadagno presenti nel portafoglio d’investimento, un altro metodo per recuperare le minusvalenze da titoli e fondi è quello di acquistare strumenti creati ad hoc come i Certificates.

Si tratta di strumenti finanziari che realizzano sempre e solo “redditi diversi”, sia che questi derivino da plusvalenza che minusvalenza.

Dunque, acquistando un certificato è possibile andare a compensare completamente le minusvalenze presenti nello zainetto fiscale, ancorché i redditi siano derivanti da incasso di coupon.

Di solito, durante gli ultimi mesi dell’anno vengono emessi Certificates della tipologia Maxicoupon, certificati che hanno lo scopo di recuperare le famigerate minusvalenze da titoli e fondi.

I Maxicoupon prevedono il pagamento condizionato di cedole di importo superiore anche del 20%. Stiamo parlando di Certificates che incorporano nella prima cedola gran parte del rendimento potenziale che si può ottenere durante la vita finanziaria del certificato stesso.

Supponiamo di avere 4.000 euro in scadenza. Il Certificate A stacca il 15/12 un coupon del 20%. Acquistando il Certificate A entro tale data per l’importo di 20.000 euro nominali, il 15/12 si incassano i 4.000 euro che ti servono per compensare le minusvalenze in scadenza. Ovviamente, lo stesso Certificate dopo il rilascio del coupon varrà esattamente il 20% meno rispetto all’inizio.

È importante precisare che le banche possono applicare un diverso trattamento fiscale ai coupon dei Certificates.

Alcune permettono di compensare immediatamente le minusvalenze presenti nello zainetto fiscale, esattamente come spiegato nell’esempio di prima. Possiamo definire queste banche le più efficienti.

Invece, altri istituti bancari optano per diminuire il valore di carico del Certificate di un importo pari alla cedola incassata. Così facendo, permettono di compensare la minusvalenza solo alla scadenza del Certificate o al momento della sua vendita.

Conclusioni

I Certificates sono strumenti finanziari parecchio complessi, bisogna prestare molta attenzione in fase di sottoscrizione e valutare bene a chi affidarsi.

Inserire questi strumenti all’interno di un portafoglio d’investimento ben diversificato è una buona opzione.

I certificati sono strumenti finanziari molto utili per un’efficiente ottimizzazione fiscale del portafoglio.

Sia che si abbiano minusvalenze da titoli e fondi che scadono entro quest’anno sia nei prossimi anni, è sempre meglio prepararsi per tempo, così da poterle recuperare senza ansia!

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